Questo studio esamina le diverse categorie di materiali archeologici rinvenuti in territorio italiano, databili con certezza o presumibilmente nei limiti dell'età del bronzo, che siano da considerare importati da Cipro o imitati da modelli ciprioti. Sono esaminati separatamente ceramiche, pugnali con codolo a uncino, lingotti ox-hide, doppie asce, strumenti da fonditore, specchi, recipienti metallici con i loro attacchi, tripodi e figurine di bronzo.
Tali materiali sono ben attestati in Sicilia, abbondantissimi in Sardegna e solo sporadicamente rappresentati in Italia peninsulare. I più antichi esempi (ceramiche) possono risalire al XIV–XIII secolo a.C.; inizialmente sembrano collegati con i traffici egei verso l'Occidente, ma dal XII secolo in poi sembra di poter ipotizzare una certa indipendenza del flusso cipriota verso la Sicilia meridionale e, soprattutto, verso la Sardegna, dover fiorisce un'industria metallurgica assai prospera che, in qualche caso, imita in modo molto stretto la produzione cipriota, sia nella sfera degli oggetti d'uso che in quella dei materiali di pregio.
Alla sfera utilitaria appartiene il repertorio degli strumenti da fonditore—martelli, pinze, e palette da carbone—che si presenta tipologicamente pressochè identico a Cipro e in Sardegna, mentre non è conosciuto nelle stesse forme in area egea. Alla sfera dei materiali di pregio appartengono i tripodi, una categoria molto specializzata, tipicamente cipriota, che viene sporadicamente importata in Occidente e poi imitata in Sardegna.
Non si può quindi escludere che, sullo scorcio dell II millennio, forse in collegamento con la ricerca di nuove fonti di materie prime, artigiani metallurghi ciprioti fossero presenti e operanti in Sardegna.