No CrossRef data available.
Published online by Cambridge University Press: 20 October 2021
By the end of the 1930s in Italy, ambitious winter and summer camps or colonie cimatiche for the young had been erected along Italy's coastline and in its Alpine resorts. Here, thousands of Italian children from the country's urban centres were sent to experience a regime of fresh air, exercise and Fascist propaganda. The small village of Fai in the autonomous province of Trento in the Italian Alps was home to the first such Alpine colonia managed by the Italian Fascist youth organisation, the Opera Nazionale Balilla. Through an examination of a range of contemporary Italian publications, this article will reveal how the Alpine colonia climatica went beyond its official remit of ‘climatic assistance to childhood’. It offers evidence of the Fascist regime's exploitation of these establishments in newly-annexed Trentino as a tool to unify and italianise, and argues that they were used to promote a militarised view of the national landscape.
Alla fine degli anni trenta in Italia furono istituiti per i giovani, lungo la costa italiana e nelle località alpine, ambiziosi campi invernali ed estivi, chiamati ‘colonie climatiche’. Qui migliaia di bambini italiani provenienti dai centri urbani del paese furono inviati a sottoporsi ad un regime di aria fresca, di esercizio fisico e di propaganda fascista. Il piccolo villaggio di Fai, nella provincia autonoma di Trento, situato nelle Alpi italiane, ospitò la prima colonia alpina gestita dall'organizzazione giovanile fascista italiana: l'Opera Nazionale Balilla. Attraverso l'esame di una serie di pubblicazioni italiane dell'epoca, questo articolo rivela come la colonia climatica di Fai sia andata oltre il suo mandato ufficiale di ‘assistenza climatica per l'infanzia’ (PNF 1937, e fornisce prova dello sfruttamento da parte del regime fascista di questi stabilimenti nel recentemente annesso Trentino, quale strumento per unificare e italianizzare, nonché l'utilizzo degli stessi al fine di promuovere una visione militarizzata del paesaggio nazionale.