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UN MANUALE DI SCIENZA POLITICA
Published online by Cambridge University Press: 14 June 2016
Introduzione
Manuale o handbook è una parola che suscita nelle scienze sociali molte speranze, illusioni e, spesso, notevoli delusioni. L'esigenza di disporre di manuali nasce dalla necessità di far riferimento a un sicuro, consolidato e coerente insieme di conoscenze da parte dei cultori di una materia. Scrivere un manuale significa, dunque, raccogliere, sistemare, rendere coerenti e, finalmente, presentare l'intero corpo teorico elaborato dalla disciplina. Un manuale è costitutivamente — per le stesse necessità e fini a cui risponde — molto poco problematico. Dal momento che deve sistemare e presentare quanto è ormai acquisito, dovrà dare molto piò spazio al relativamente certo, piuttosto che all' « incerto ». D'altra parte, in termini di prospettive analitiche emergeranno le direzioni di ricerca che in quel particolare momento sembrano piú proficue.
- Type
- Note
- Information
- Italian Political Science Review / Rivista Italiana di Scienza Politica , Volume 6 , Issue 3 , December 1976 , pp. 533 - 559
- Copyright
- Copyright © Società Italiana di Scienza Politica
References
1. Kuhn, T., The Structure of Scientific Revolutions, Chicago, The University of Chicago Press, 1962, trad. it., La struttura delle rivoluzioni scientifiche, Torino, Einaudi, 1969. Su questo punto si veda il paragrafo conclusivo.Google Scholar
2. Anche questo manuale, in cinque volumi, è pubblicato dalla Addison-Wesley Publishing Co., Reading (Mass.), 1968–69 2 .Google Scholar
3. Si aggiunge che alla stesura del manuale hanno partecipato 56 autori, per oltre 3700 pagine complessive.Google Scholar
4. Su questo punto si tornerà piú avanti.Google Scholar
5. Anche questa osservazione sarà sviluppata nel paragrafo conclusivo.Google Scholar
6. Di Dahl vanno ricordati in questa sede Political Oppositions in Western Democracies (1966), Poliarchy: Participation and Political Oppositions (1971) e Regimes and Oppositions (1973), tutti pubblicati dalla Yale University Press. Il suo contributo è formato da passi tratti o adattati da questi tre volumi.Google Scholar
7. Il primo lavoro in cui Linz esplicita meglio il concetto di regime autoritario è An Authoritarian Regime: the Case of Spain , in Allardt, E. e Littunen, Y. (eds.), Cleavages, Ideologies and Party Systems, Helsinki, Westermarck Society, 1964, poi anche in Allardt, E. e Rokkan, S. (eds.), Mass Politics: Studies in Political Sociology, New York, The Free Press, 1970.Google Scholar
8. Rinvio al saggio di Linz per una discussione dei quattro sottotipi autoritari; Totalitarian and Authoritarian Regimes , in Handbook of Political Science, cit., vol. 3, pp. 252–264.Google Scholar
9. Si veda contra Arendt, H., The Origins of Totalitarianism, New York, Harcourt, Brace & World, 1966, trad. it., Le origini del totalitarismo, Milano Edizioni di Comunità, 1967. Anche diversi altri autori concordano con la Arendt.Google Scholar
10. Si veda la nota 7.Google Scholar
11. Incidentalmente, va segnalato l'importante ruolo che Tilly attribuisce ad agenti dello stato — polizia, forze armate, servizi di sicurezza — come iniziatori e protagonisti di episodi di violenza collettiva; Tilly, C., Revolutions and Collective Violence , in Handbook of Political Science, vol. 3° cit., spec. pp. 514–5.Google Scholar
12. Ad esempio, in The Change to Change: Modernization, Development, and Politics , in «Comparative Politics», III (1971), pp. 283–322.Google Scholar
13. Per il saggio di Kramer, G. H. e Hertzberg, J., Formal Theory, si veda il settimo volume dell'Handbook of Political Science, cit., pp. 351–403.Google Scholar
14. Soprattutto, con il notissimo volume, A Systems Analysis of Political Life, New York, Wiley & Sons, 1965.Google Scholar
15. Cf. Tilly, C., Revolutions and Collective Violence, cit., p. 490.Google Scholar
16. Questo è un tema molto interessante che ha già cominciato ad avere adeguata trattazione. Si veda, ad esempio, Skilling, H. G. e Griffiths, F. (eds.), Interest Groups in Soviet Politics, Princeton, Princeton University Press, 1971.Google Scholar
17. Cf. ad esempio Sartori, G., La politica comparata: premesse e problemi , in «Rivista Italiana di Scienza Politica» I (1971), pp. 43–44; e Fisichella, D. Introduzione a Partiti e gruppi di pressione, Bologna, Il Mulino, 1972, pp. 10–14.Google Scholar
18. Si veda sul punto l'ampio studio, ricco di dati comparati, di Sartori, G., Parties and Party Systems, Cambridge, Cambridge University Press, 1976.Google Scholar
19. La previsione nelle scienze sociali è un altro importante tema che ha ormai una bibliografia molto ampia e meriterebbe una trattazione ben più approfondita.Google Scholar
20. Si veda per questo secondo argomento l'ultima parte del paragrafo precedente.Google Scholar
21. Per un accostamento tra case-study e metodo storico si veda Sartori, G., La politica comparata: premesse e problemi, cit., p. 12; per un altro interessante esame del case-study , Lijphart, A., Il metodo della comparazione, in «Rivista Italiana di Scienza Politica», I (1971), pp. 87–92.Google Scholar
22. Sartori sembra di opinione parzialmente diversa; cfr. La politica comparata: premesse e problemi, cit., spec. p. 8.Google Scholar
23. Si veda meglio l'indice in Appendice. Google Scholar
24. È la suddivisione usata nel Biographical Directory dell'Associazione Americana di Scienza politica nel 1973, quale risulta dalla stessa Introduzione, dell' Handbook of Political Science, vol. I, cit., pp. XI–XII.Google Scholar
25. Si vedano, ad esempio, l'indice del volume di Irish, M. D. (ed.), Political Science. Advance of the Discipline, Englewood Cliffs, Prentice-Hall, 1968; o Somit, A. e Tanenhaus, J., American Political Science. A Profile of a Discipline, New York, Atherton Press, 1964, pp. 50–1.Google Scholar
26. MacKenzie, W. J., Politics and Social Science, London, Penguin Books, 1967, trad. it., La politica e le scienze sociali, Bari, Laterza, 1969, p. 59.Google Scholar
27. Su alcuni problemi centrali della querelle tra comportamentisti e post-comportamentisti, rinvio al mio Alcuni recenti sviluppi della scienza politica americana , in «Il Mulino», XXI (1972), pp. 319–346.Google Scholar
28. Si veda l'inizio della presente nota.Google Scholar
29. Waldo, D., Political Science: Tradition, Discipline, Profession, Science, Enterprise , in Handbook of Political Science, vol. I, cit., pp. 103–110.Google Scholar
30. Si veda la nota 1.Google Scholar
31. Una buona discussione sui paradigmi in scienza politica si trova in Landau, M., Political Theory and Political Science, New York, The MacMillan Co., 1972, pp. 56–77.Google Scholar
32. Per le componenti di un paradigma si veda Holt, R. T. e Richardson, J. M., Competing Paradigms in Comparative Politics , in Holt, R. T. e Turner, J. E. (eds.), The Methodology of Comparative Research, New York, The Free Press, 1970, pp. 23–27.Google Scholar
33. Cf. Almond, G. A., Political Theory and Political Science , in «American Political Science Review», LX (1966), pp. 869–879.CrossRefGoogle Scholar
34. Holt, R. T. e Richardson, J. M., Competing Paradigms in Comparative Politics, cit., p. 71.Google Scholar
35. Almond, G. A. e Genco, S. J., Clouds, Clocks, and the Study of Politics, paper presentato al Congresso Internazionale di Scienza Politica, Edimburgo, Agosto 1976, p. 30.Google Scholar
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- Cited by