Hostname: page-component-78c5997874-v9fdk Total loading time: 0 Render date: 2024-11-02T18:50:39.560Z Has data issue: false hasContentIssue false

SONO LE CONDIZIONI ECONOMICHE A INFLUENZARE I VALORI? UN CONTROLLO DELL'IPOTESI DI INGLEHART

Published online by Cambridge University Press:  14 June 2016

Get access

Introduzione

Quali fattori influenzano in modo significativo i valori assunti dai diversi membri della società italiana? Ad esempio, sono veramente importanti le condizioni economiche per determinare o, quanto meno, condizionare largamente i valori che le varie persone adottano, oppure bisogna dare maggiore importanza e maggiore credito ad altri elementi? Nel presente articolo cercheremo qualche risposta a queste domande partendo da una ricerca fatta proprio in Italia.

Type
Ricerche
Copyright
Copyright © Società Italiana di Scienza Politica 

Access options

Get access to the full version of this content by using one of the access options below. (Log in options will check for institutional or personal access. Content may require purchase if you do not have access.)

References

1 Samuel H. Barnes dell'Università del Michigan ha coordinato il gruppo di ricerca di cui, oltre all'équipe italiana, facevano parte quelle austriache, finlandesi, tedesche, olandesi, britanniche, svizzere, americane. Giacomo Sani ha diretto il lavoro degli intervistatori sul campo e la prima parte della codifica. Un contratto triennale del Cnr e un fondo supplementare messo a disposizione dall'Unione Industriale di Torino hanno permesso l'attuazione della ricerca in Italia. Alcuni risultati sono stati commentati su questa rivista da Sartori, e Sani, , Frammentazione, polarizzazione e cleavages: democrazie facili e difficili, VIII, 3 (1978), pp. 339361; e Marradi, , Dimensioni dello spazio politico in Italia, IX, 2 (1979), pp. 263–296. Una prima interpretazione globale dei risultati è oggetto del volume Political Action, a cura di Barnes, S.H. e Kaase, M., London, Sage University Press, 1979.Google Scholar

2 Il Manifesto di Port Huron , in AA.VV., Gli studenti e la nuova sinistra in America, Bari, De Donato, 1968, p. 36.Google Scholar

3 Bell, D., The Coming of Post-industrial Society, New York, Basic Books, 1973, p. 119.Google Scholar

4 Touraine, A., La società post-industriale , in “Rassegna Italiana di Sociologia”, XI (1970), pp. 339340.Google Scholar

5 Cfr. Scheuch, E.K., Aspetti sociologici dell'agitazione studentesca , in “Quaderni di Sociologia”, XVIII (1969), pp. 195236. Le citazioni dalle pagine 201, 214, 228.Google Scholar

6 Inglehart, R., Revolutionnarisme Post-Bourgeois en France, en Allemagne et aux Etats-Unis , in “Il Politico”, XXXVI (1971), p. 214.Google Scholar

7 L'interpretazione dei fenomeni di protesta elaborata da Inglehart si basa sulla teoria dei bisogni dello psicologo Abraham Maslow, che ipotizza una gerarchia dei bisogni in cui i metabisogni occupano la posizione piú elevata. L'uomo è in condizione di avvertirne la mancanza solo dopo aver soddisfatto i bisogni di base, relativi alla sfera della sopravvivenza e della riproduzione, e il bisogno di sicurezza, storicamente risolto nella formazione di una vita sociale ordinata garantita dalla legge. Vedi Maslow, A., Motivation and Personality, New York, Harper & Row, 1954; e Toward a Psychology of Being, Princeton, Van Nostrand, 1962.Google Scholar

8 Tullio-Altan, C., I valori difficili, Milano, Bompiani, 1974, p. 70,Google Scholar

9 Cfr. Huntington, S., La politica nella società postindustriale , in “Rivista Italiana di Scienza Politica”, IV (1974), pp. 489527; Marsh, A., Protest and Political Consciousness, Beverly Hills Calif., Sage Publications, 1977.Google Scholar

10 Marsh, A., op. cit. , p. 168.Google Scholar

11 “Una coorte è un aggregato di elementi individuali, ognuno dei quali ha sperimentato un evento significativo nella storia della sua vita nel medesimo intervallo di tempo”, Ryder, N.B., Cohort Analysis , in International Encyclopedia of the Social Sciences, vol. II, 1968, p. 546. Per un uso corretto di questa tecnica, vedi Glenn, N.D., Cohort Analysts' Futile Quest: Statistical Attemps to Separate Age, Period and Cohort Effects, in “American Sociological Review”, XLI (1976), pp. 900–904.Google Scholar

12 Cfr. Inglehart, R., The Silent Revolution: Changing Values and Political Style among Western Publics, Princeton, Princeton University Press, 1977, pp. 103104.Google Scholar

13 Cfr. Inglehart, R., The Silent Revolution in Europe: Inter generational Change in Post-Industrial Societies , in “American Political Science Review”, LXV (1971), pp. 991–1017; e Idem, The Silent Revolution, cit., pp. 3839.Google Scholar

14 Cfr. Inglehart, R., Political Dissatisfaction and Mass Support for Social Change in Advanced Industrial Society , in “Comparative Political Studies”, X (1977), pp. 445472.Google Scholar

15 Marradi, A., Società e valori , in Tullio-Altan, C. e Marradi, A., Valori, classi sociali e scelte politiche, Milano, Bompiani, 1976, p. 374.Google Scholar

16 Cfr. Inglehart, R., The Silent Revolution, cit., pp. 75–6.Google Scholar

17 Vedi Langton, K. e Jennings, M.K., Political Sozialization and the High School Civics Curriculum in the United States , in “American Political Science Review”, LXII (1968), pp. 852867.Google Scholar

18 Può darsi infatti che i corsi di educazione civica non facciano differenza perché i giovani americani sono già stati socializzati a valori democratici da altri istituti, interni e/o esterni al sistema scolastico.Google Scholar

19 Inglehart, R., The Silent Revolution, cit., p. 76.Google Scholar

20 Marradi, A., op. cit. , pp. 311312.Google Scholar

21 Cfr. Inglehart, R., The Silent Revolution in Europe, cit., p. 995.Google Scholar

22 La coorte piú giovane è meno ampia delle altre perché agli intervistati fra i 16 e i 21 anni non è stata posta la domanda sulle condizioni economiche familiari nel periodo della loro socializzazione.Google Scholar