Il contributo si propone di presentare i reperti provenienti da un saggio effettuato all’interno dei cosidetti Magazzini Traianei a Portus (Fiumicino) e in particolare nel corridoio prospicente la darsena in corrispondenza della cella 9 e all’interno di essa. L’intervento di ricerca era principalmente volto a definire le diverse fasi edilizie della struttura dei magazzini, è tuttavia stato possibile mettere in luce livelli datati tra il IV e il V secolo d.C., connessi alle fasi di frequentazione a scopo funerario della cella. Lo studio preliminare dei materiali offre un primo panorama delle produzioni attestate nell’area in età tardoantica e del rapporto percentuale intercorrente tra di loro, restituendo un’immagine delle dinamiche commerciali. In particolare è stato possibile verificare la presenza di alcuni contenitori da trasporto degni di nota, come ad esempio le anfore Keay LII e affini, che testimoniano la rinnovata produzione di vino calabro–siculo nel corso del V sec. L'incremento di questi beni di consumo si deve alla crisi della produzione viticola che investì l’Italia centro–settentrionale e alla conseguente imposizione del titulus canonicus vinarius alle regioni del Bruzio e della Sicilia. Tali contesti tardi si caratterizzano inoltre per la presenza di ceramica da fuoco di Pantelleria e di produzioni africane di ceramica da cucina, comune e terra sigillata. Si segnala infine la presenza dell’anfora ispanica Mojón 1, imitazione degli spatheia africani. Il panorama delle attestazioni permette di istituire confronti all’interno del sito stesso, con i reperti provenienti dagli scavi dell’Antemurale e della Basilica Paleocristiana, e con i contesti ostiensi e romani, sia per quanto riguarda la prevalenza dei contenitori da trasporto sul resto del vasellame, che in relazione alla preponderanza del materiale d’importazione, all’interno del quale spicca la ceramica africana.