Published online by Cambridge University Press: 31 October 2011
This paper explores the ceramic assemblage of the Nepi Survey Project from the third century bc to the seventh century ad. The surface collection allows the detailed characterization of chronology, ware, fabric supply and functional characteristics. The assemblage shows a settlement explosion in the early second century bc, with another major rise from the Augustan period. The sharp decline in the late second to early third centuries ad is visible here, as it is throughout the region. The later peaks of the late fourth to mid-fifth and the mid-sixth centuries ad conform to the late Roman sequence from Mola di Monte Gelato. The dominant pottery class is oxidized coarse-wares, at 73%. The distribution of the different fabrics, including some of regional supply, suggests a number of different marketing mechanisms. Fine-wares and terra sigillata combined at 3% is what would be expected in the fringes of the Empire. The amphora class makes up over 5% of the assemblage, with the most variety exhibited at large villas and suburban halos. The most important supply originated from North Africa, with fish sauce as the main import. The functional analysis allows the definition of a ritual structure in the proximity of the cemeteries of the Massa area with highly varied types related to eating and drinking. The ceramic building material shows the importance of Campanian contacts, although the lack of imbrices suggests that many tile scatters derive from reused material.
L'articolo ha come oggetto il corpus ceramico databile dal III secolo a.C. al VII secolo d.C., rinvenuto durante il progetto Nepi Survey. Il materiale raccolto permette dettagliate caratterizzazioni delle cronologie, delle classi ceramiche, delle origini delle paste e della funzione dei vasi. I reperti mostrano un'esplosione degli insediamenti agli inizi del II secolo a.C. con una crescita maggiore a partire dal periodo augusteo. Il brusco declino nel tardo II e agli inizi del III secolo d.C. è osservato qui come nel resto della regione. Il più tardo picco della metà del IV–metà V e metà VI secolo d.C. è conforme alla sequenza del periodo tardo-romano di Mola di Monte Gelato. La classe ceramica dominante è la ceramica comune ossidata presente con il 73%. La distribuzione delle differenti paste, incluso alcuni rifornimenti regionali, suggerisce un certo numero di differenti meccanismi di mercato. Le ceramiche fini e la terra sigillata costituiscono il 3% del materiale, pari a quanto ci si aspetta ai margini dell'impero. Le anfore coprono il 5% del contesto con la più grande varietà restituita da una grande villa e dalle ‘aureole’ suburbane. I più importanti rifornimenti vengono dal nord Africa, con la salsa di pesce tra le derrate principali. L'analisi funzionale permette di individuare una struttura rituale nei pressi delle necropoli dell'area di Massa con un'alta varietà di tipi legati al consumo di cibo e al bere. I materiali da costruzione mostrano l'importanza dei contatti con la Campania benché l'assenza di imbrici suggerisca che molti frammenti di tegole derivano da materiale riusato.