Published online by Cambridge University Press: 15 June 2011
Questo studio letterario contribuisce a sviluppare un aspetto sottovalutato della storia culturale di Roma, raccogliendo l'evidenza testuale contemporanea riguardo le attitudini all'investimento nell'architettura privata nel II secolo a.C. Scarso materiale archeologico soprawive a documentare le case di questo periodo, ma una stretta attenzione ai testi esistenti rivela un alto livello di sofisticazione nelle valutazioni morali ascritte alia costruzione e decorazioni domestiche. La mia analisi inizia con una ricognizione dei frammenti più importanti delle orazioni di Catone il Vecchio, e in seguito si concentra quasi esclusivamente sulla Mostellaria di Plauto. Alcuni passaggi di questi lavori contraddicono l'immagine che autori romani più tardi forniscono dei Romani di epoca medio-repubblicana come disinteressati a case costose o elaborate e non corrotti da un desiderio per il lusso. All'inizio del II secolo a.C, le stravaganze architettoniche erano già entrate nel canone del vizio. Per di più, la Mostellaria di Plauto fornisce una chiave di lettura delle differenze percepite tra altri lussi ritenuti più probabilmente da disprezzare nel valore o da essere consumati, e i vizi di costruire ciò che poteva essere considerato un investimento.