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Published online by Cambridge University Press: 27 July 2018
Between 8 September 1943 and the end of the war, Italian Military Internees were confronted daily with a stark choice between continued resistance and opting to assist the Reich by fighting or working. Extraordinarily, over 600,000 said no, and endured internment or forced labour until they were liberated or died. Paradoxically, the minority who made the more predictable choice of opting to cooperate, the so-called optanti, constituted an anomaly. This article examines their motivation by giving an overview of the political background, the experience of deportation, the Lager environment and the phases and methods of propaganda. Primary sources indicate that hunger was a common denominator in their decision, but that the weight of other factors, which varied with individuals, broadly speaking fell into three categories: bleak honesty, specious cynicism and maverick idealism. These categories are illustrated by four case studies: the mass adhesion at Biala Podlaska and the individuals Pietro Faraci, Tranquillo Frigeni and Remo Faustini.
Tra l’8 settembre 1943 e la fine della guerra, gli Internati Militari Italiani dovettero far fronte quotidianamente ad una scelta spietata fra continuare la loro resistenza e optare per combattere o lavorare per il Reich nazista. Straordinariamente, più di 600 000 ne risposero No! e patirono sia l’internamento sia il lavoro forzato fino alla liberazione o alla morte. Questo articolo analizza la motivazione di quelli che optarono attraverso una veduta panoramica dello sfondo politico, l’esperienza della deportazione, l’ambiente del Lager e le fasi e i metodi propagandistici. Le fonti primarie indicono che la fame fu un denominatore commune, ma che la ponderazione degli altri fattori variava secondo gli individui che si possono dividere, grosso modo, in tre categorie: gli onesti tetri, i cinici benpensanti e gli idealisti. Le categorie vengono illustrate da quattro casi emblematici: l’adesione di massa a Biala Podlaska, Pietro Faraci e Tranquillo Frigeni, e Remo Faustini.