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Published online by Cambridge University Press: 22 February 2017
Antonio Bresciani’s notorious trilogy of novels about the revolutions of 1848, starting with L’Ebreo di Verona, first appeared in the earliest issues of the Jesuit periodical La Civiltà Cattolica from 1850. They constitute an intransigentist attack on the Risorgimento, and portray the events of 1848–1849 as the result of a satanically inspired conspiracy by secret societies. This article re-analyses those novels by placing Bresciani in the context of the ‘culture war’ between lay and religious world views across Europe from the middle of the nineteenth century. The article argues that Bresciani represents a significant case study in the intransigent Catholic response to the kind of patriotic motifs identified by the recent cultural historiography on the Risorgimento. The ‘paranoid style’ of Bresciani’s conspiracy myth is analysed, as is Bresciani’s portrayal of Garibaldi, female fighters, and Jews – in particular the tale of Christian conversion presented in L’Ebreo di Verona. The article argues that, despite its polarising, reactionary intentions, Bresciani’s fiction betrayed many influences from the Romantic culture of the Risorgimento that he claimed to despise.
Con la pubblicazione sul primo numero de La Civiltà Cattolica della prima puntata de L’Ebreo di Verona nel 1850, Antonio Bresciani dà vita ad una trilogia di romanzi ambientata durante le rivoluzioni del 1848. La trilogia costituisce un attacco dell’intransigentismo cattolico contro il Risorgimento, e rappresenta gli eventi del biennio 1848–1849 come il risultato di una congiura satanica messa in atto dalle società segrete. L’articolo reinterpreta la trilogia inserendola nel contesto della ‘guerra culturale’ tra cattolicesimo e ideologie laiciste caratteristica dell’Europa dell’epoca. Il recente ‘cultural turn’ nella storiografia sul Risorgimento ha sottolineato l’appropriazione, nei discorsi del patriottismo risorgimentale, di alcune importanti tematiche religiose. Bresciani costituisce un esempio significativo della risposta del cattolicesimo intransigente a tale appropriazione. Vengono analizzati ‘lo stile paranoico’ del complottismo di Bresciani e la rappresentazione nella trilogia della figura di Garibaldi, della guerriera patriottica, e degli Ebrei – in particolare il mito della conversione al cristianesimo ne L’Ebreo di Verona. Nonostante le intenzioni reazionarie e polarizzanti, Bresciani mostra in molti punti di essere influenzato dalla stessa cultura romantica del Risorgimento che condanna.