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UN PARADIGMA PER L'INGEGNERIA SOCIALE

Published online by Cambridge University Press:  14 June 2016

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Introduzione

Il termine ≪ ingegneria sociale ≫ è stato coniato in ragione della pressante ricerca di soluzioni di urgenti bisogni sociali. Quando Gunnar Myrdal analizzò il problema della minoranza negra negli Stati Uniti con l'intento di proporre qualche raccomandazione, egli era probabilmente il primo a usare consapevolmente questo termine in maniera metodologica: ≪ Si crede comunemente che la ricerca pratica che coinvolge una pianificazione razionale — quella che abbiamo osato chiamare “ingegneria sociale” — sia essenzialmente di natura emotiva. Ciò è errato. Se vengono introdotte premesse di valore in maniera completa e razionale, la pianificazione di un cambiamento sociale indotto non è per sé piú emozionale della progettazione di un ponte o di un censimento. Anche prima dello studio dell'ingegneria sociale vera e propria, il tener chiaramente conto nella ricerca delle proprie premesse di valore de-emozionalizza la ricerca. Emozione e irrazionalità portano tutto il loro peso nella scienza proprio quando le valutazioni vengono tenute coperte o rimangono nascoste nei cosiddetti “fatti” ≫. E ancora: ≪ Dal punto di vista delle scienze sociali questo significa, fra l'altro, che vi sarà una crescente richiesta di ingegneria sociale. Diverse cose che per molto tempo sono state soprattutto problemi di adattamento individuale, verranno sempre piú determinate da decisioni politiche e da regolamentazioni pubbliche. Entriamo in un'epoca in cui teorie operazionali e teorie scientifiche dei rapporti causali saranno considerate mezzi di pianificazione del cambiamento sociale controllato ≫.

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References

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2 Ibidem , p. 1022.Google Scholar
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4 Nell'ambito dell'International Sociological Association è stato creato nel 1971 un Comitato di Ricerca sulla Sociotecnica. Il termine ≪ sociotecnica ≫ fu adottato, tra l'altro, per evitare la connotazione valutativa del termine ≪ ingegneria sociale ≫.Google Scholar
5 Ci sono differenze importanti tra questi tipi di raccomandazioni. Le raccomandazioni terapeutiche cercano di contrastare qualcosa che accadrebbe se non fosse compiuta l'azione raccomandata. Le raccomandazioni riformatrici vogliono eliminare gli effetti negativi di azioni precedenti o di azioni sbagliate (o di azioni con effetti collaterali negativi). Le raccomandazioni palliative servono per interventi sintomatici, mentre quelle proiettive mirano a cambiare la situazione attuale in qualcosa di diverso, ritenuto migliore.Google Scholar
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8 Ibidem , p. 135.Google Scholar
9 Cosí, un saggio di Lazarsfeld, P. F. e Reitz, J. G., ≪ Toward a Theory of Applied Sociology ≫ (ciclostilato, 1970), che in un certo senso riassume i risultati della sociologia americana in questo campo, anche se colpisce per il suo rilievo metodologico e la sua ricchezza materiale, cade tuttavia nel cerchio stregato dei rapporti committente-ricercatore. Si deve notare, a confronto, che la sezione di sociotecnica dell'Associazione Polacca di Sociologia ha tenuto dieci conferenze generali tra il 1965 e il 1972 sul tema della teoria della sociologia applicata, ed ha pubblicato quattro libri su questo tema. Gli studi polacchi, anche se piú poveri di materiali illustrativi, non furono attirati in quel circolo vizioso. Tuttavia il commento complessivo di Lazarsfeld sulla teoria della sociologia applicata non può essere ignorato. Dice Lazarsfeld: ≪ L'uso di qualsiasi conoscenza investe tre aree della mente: la ricerca della verità, la capacità di prevedere, e il dono di immaginare un futuro differente dal presente. Non ci saranno mai regole procedurali precise. Ciò che di meglio possiamo sperare è di separare i diversi fili, e di ricercare regolarità a seconda di come si sono combinate in corde. Piú avremo successo, e maggiore sarà l'energia e la libertà dell'elemento creativo e innovativo indispensabile in ogni utilizzazione ≫ (General Instruction to the Columbia-ONR Project on Uses of Sociology, cicl., p. 14). Il saggio cit. di Lazarsfeld e Reitz contiene anche un'ampia selezione della letteratura relativa, alla quale aggiungo il lavoro di Bennis, W. G., Benne, K. D. e Chin, R., The Planning of Change, New York, 1969.Google Scholar
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13 Hirschman, A. O., op. cit. , pp. 120121.Google Scholar
14 Un limitato modo di intendere la metodologia delle scienze sociali pratiche ostinatamente attacca l'affermazione che l'uso della metodologia nelle scienze sociali pratiche sia come l'uso del bisturi del chirurgo: esso può uccidere o guarire. La prima cosa è la capacità di usare un bisturi secondo i dettami della medicina; e la seconda è la decisione sullo scopo del suo uso.Google Scholar
15 ≪ Situazione sociale ≫, perché il problema è di presentare la metodologia delle scienze sociali pratiche; quando questa è presa in considerazione si dovrebbe tener conto di ogni situazione reale.Google Scholar
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19 Un membro del gruppo di ricerca affermò: ≪ Non ci sono prostitute e ruffiani che creino problemi sociali. Vi sono persone che mettono a profitto tutte le occasioni delle istituzioni ed organizzazioni a loro disposizione… Perciò essi sono dei parassiti legali che agiscono in molte istituzioni, e fruiscono non solo delle loro posizioni ma anche dei privilegi delle loro istituzioni. Per di piú essi stabiliscono rapporti con diverse istituzioni e cosí creano uno speciale tipo di sovrastruttura. Si può allargare questo modo di pensare, e dire: alcune istituzioni ed enti sociali sono patologici nel loro complesso, e non soltanto a causa di alcuni individui che lavorano al loro interno. Questo è il problema principale ≫. Podgòrecki, A. in Gazeta Sadowa Penitenqarna , No. 6 (180) 16 XII, 1971, p. 5.Google Scholar
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