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SISTEMA DI PARTITO E SISTEMA POLITICO NELL'UNIONE SOVIETICA

Published online by Cambridge University Press:  14 June 2016

Scipione R. Novelli*
Affiliation:
Questioni preliminari
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Introduzione

Si può affermare che, in linea generale, sono stati finora proposti tre modelli per descrivere analiticamente il sistema sovietico, modelli che possono essere definiti totalitario, di sviluppo, industriale maturo. Non tutti, anche per facilmente intuibili ragioni cronologiche, hanno avuto ed hanno la medesima fortuna e popolarità. Si può infatti affermare con sicurezza che il primo è quello che ha ottenuto fino a non moltissimi anni fa la totalità dei consensi da parte dei sovietologi, e ne conserva tuttora una buona parte. Eccone, in breve, i tratti fondamentali. È sostanzialmente fondato sul problema del potere sovietico, potere destinato ad imporre al preesistente tessuto sociale una nuova forma di organizzazione, rimodellando la società dalle fondamenta. Di qui i principali temi trattati dai maggiori esponenti di tale approccio: la mobilitazione e la organizzazione della popolazione a tal fine, il ruolo centrale del Partito, il particolare uso della propaganda, l'estensione e le modalità d'uso della coercizione e del terrore. Quali i difetti di tale modello? Tra i principali, innanzitutto l'incapacità di prendere in considerazione il sostegno offerto dalla popolazione al sistema; in secondo luogo, in dipendenza anche dell'inevitabile orientamento ideologico degli autori, l'incapacità di esaminare neutralmente e non emotivamente il problema, e quindi l'incapacità di considerare l'Unione Sovietica come un ≪ esperimento ≫ di eccezionali proporzioni, tali da poterlo a ragione definire unico; infine l'essere troppo vincolato a certe contingenze storiche (il periodo staliniano in particolare) tanto da non essere in grado di dar conto delle modificazioni avvenute nel sistema sovietico nell'ultimo ventennio.

Type
Saggi
Copyright
Copyright © Società Italiana di Scienza Politica 

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References

1 Parlo qui del sistema sovietico in termini assai generali, poiché tali modelli non trattano esclusivamente del sistema di Partito o di quello politico o economico e cosí via: un'utile espressione potrebbe essere, in questo caso, ≪ sistema sociale generale ≫.Google Scholar
2 Secondo la classificazione proposta da Inkeles, Alex, Models and Issues in the Analysis of Soviet Society , in ≪ Survey ≫, (1966), no. 60.Google Scholar
3 Tra le numerosissime opere di tale orientamento si possono citare: Fainsod, M., How Russia is Ruled, Cambridge Mass., Harvard University Press, 1963 2 ; Kulski, W. W., The Soviet Regime, Syracuse, Syracuse University Press, 19634 ; Arendt, H., The Origins of Totalitarianism, New York, Harcourt, Brace and World Inc. 19663, trad. it. Le origini del totalitarismo, Milano, Comunità, 1967; Conquest, R., The Soviet Political System, London, The Boadley Head, 1968; Schapiro, L., The Government and Politics of the Soviet Union, London, Hutchinson & Co., 19683 .Google Scholar
4 Si vedano ad esempio: Ithiel de Pool, Sola, The Mass Media in the Modernization Process , in Pye, L. W., (ed.), Communications and Political Development, Princeton, Princeton University Press, 1963; Barghoorn, F. C., Politics in the USSR, Boston and Toronto, Little and Brown Co., 1966; Lane, D., Politics and Society in the USSR, London, Weidenfeld and Nicholson, 1970; Skilling, G. e Griffiths, F. (eds.), Interest Groups in Soviet Politics, Princeton, Princeton University Press, 1971.Google Scholar
5 Tra i piú significativi esempi: Deutscher, I., Russia: What Next?, London, George Alien and Unwin, 1953; Moore, B., Terror and Progress USSR: Some Sources of Change and Stability in the Soviet Dictatorship, Cambridge Mass., Harvard University Press, 1954; Inkeles, A. e Bauer, R. A., The Soviet Citizen, Cambridge Mass., Harvard University Press, 1959; Granick, D., The Red Executive, New York, Doubleday and Company, 1960, trad, it., Il dirigente sovietico, Milano, Comunità, 1962; Inkeles, A., Russia and the United States: a Problem in Comparative Sociology , in Alien, P. J., (ed.), Pitirim A. Sorokin in Review, Durham, Duke University Press, 1963.Google Scholar
6 Con ≪ ambiente ≫ si intende qui solo quello interno sovietico, e non quello internazionale, il cui studio non fa parte degli scopi del presente scritto.Google Scholar
7 Si osservi, incidentalmente, come nelle varie sollevazioni contadine, e anche urbane, del 1920–1921 siano state avanzate richieste quasi solo del tipo ≪ la terra e i suoi prodotti ai contadini ≫. Praticamente solo a Kronstadt si ebbero, oltre a richieste economiche, anche serie richieste politiche circa l'instaurazione di un sistema elettivo-rappresentativo per cosí dire liberal-democratico, pur sempre nell'ambito del goveno dei soviet. Questo, pur tenendo conto dell'immediatezza delle necessità materiali a quell'epoca, mette in evidenza quanto fossero radicate, nella cultura della popolazione russa, le motivazioni, credenze e atteggiamenti di tipo ≪ privato ≫, e quanto poco rilievo avessero invece quelli concernenti il sistema politico in generale, e in particolare quelle circa i processi di formazione e ricambio della classe politica, e di formazione delle decisioni.Google Scholar
8 Sull'argomento si veda l'ottimo saggio di Azrael, J. R., Fifty Years of Soviet Education , in ≪ Survey ≫, 1967, n. 64.Google Scholar
9 Si veda ad esempio Unger, A. L., Soviet Mass Political Work in Residential Areas , in ≪ Soviet Studies ≫, XXII (1971), no. 4.Google Scholar
10 Va osservato come la distinzione tra sistema politico ed economico abbia fini puramente analitici: in effetti, data la di fatto totale subordinazione dell'attività economica al potere politico nell'Unione Sovietica, una distinzione in termini empirici sarebbe estremamente problematica.Google Scholar
11 Ritengo opportuno cercare di chiarire come io distingua i concetti di sostegno e di consenso, entrambi largamente usati nella letteratura politica (scientifica e no) in modo che mi pare frequentemente ambiguo. Per sostegno dato da A a B definisco un qualunque comportamento di A manifestantesi con azioni (isolate o ripetute nel tempo) a favore di B. Per consenso definisco un orientamento favorevole, cosciente e, almeno dal punto di vista di A, volontario di A verso B. Il consenso, quindi, non necessariamente genera sostegno, anche se tale eventualità è altamente improbabile empiricamente. D'altra parte, il sostegno non necessita di consenso per manifestarsi, e può anche essere conseguenza di altri fattori, come la coazione o la minaccia di questa: tale, ad esempio, il caso di sistemi politici nei quali dalla mancata partecipazione a certi processi politici, quali le elezioni, seguono sanzioni legali o meramente fattuali piú o meno gravi. Dalle precedenti considerazioni può esser fatta derivare un'ulteriore definizione: per consenso efficace intendo il consenso che genera sostegno. Se chiamiamo S l'insieme di tutti i comportamenti favorevoli, C quello di tutti gli orientamenti pure favorevoli, e CE quello di tutti gli orientamenti che generano comportamenti, si vede chiaramente come CE non sia altro che l'intersezione di S e C; si noti che S - CE, come pure C - CE sono sí individuati residualmente, cioè per differenza o meglio per esclusione, ma non per questo sono indeterminati, poiché gli insiemi S, C, CE sono tutti insiemi finiti, per quanto costituiti da un numero grandissimo di elementi, numero che potrebbe essere, usando un termine tecnico, immenso. Google Scholar
12 Cfr. supra nota 8.Google Scholar
13 È quasi superfluo osservare come la legittimazione carismatica dell'autorità dipenda dalla sopravvivenza piú o meno lunga di un individuo o al piú di un gruppo di individui. Se un regime riesce a conservarsi, è perché i suoi valori, norme e strutture d'autorità vengono prima o poi legittimati anche legalmente, oppure (caso oggi assai improbabile) tradizionalmente.Google Scholar
14 Si noti a questo punto l'imprudenza di Khrushchev nel fissare date precise per il raggiungimento di certi obiettivi, quali il superamento del reddito pro-capite degli Stati Uniti. Va d'altra parte osservato come l'interposizione di obiettivi intermedi a scadenza precisa sia una componente fondamentale di ideologie di tipo millenaristico, soprattutto se tali obiettivi vengono via via presentati (anche, e preferibilmente, solo implicitamente) come condizione necessaria al raggiungimento dei fini ultimi. Se però gli obiettivi intermedi vengono scelti incautamente, e ne è perciò impossibile la realizzazione, tale tecnica da eufunzionale all'efficacia di un'ideologia millenaristica, diviene chiaramente disfunzionale.Google Scholar
15 Ad esempio, nelle piú recenti elezioni per il Soviet Supremo dell'URSS (giugno 1970), su 153.237.112 iscritti nelle liste elettorali, i votanti sarebbero stati 153.172.213, pari al 99,96% (≪ Izvestia ≫, 17 giugno 1970).Google Scholar
16 ≪ Kommunist ≫, 1963, n. 8, pag. 70.Google Scholar
17 È molto raro, infatti, che, in sistemi sociali aventi una certa complessità, e per di piú gerarchizzati, sia possibile il caso in cui un processo qualsiasi (formale o no) non si svolga seguendo puntualmente i gradi successivi della gerarchia.Google Scholar
18 Si considerano qui compresi nella stessa categoria il rifiuto e l'insabbiamento che, da un punto di vista effettuale, possono essere considerati equivalenti ai fini di questa trattazione.Google Scholar
19 Traduco cosí il termine withininputs usato da Easton, David in A Framework for Political Analysis, Englewood Cliffs, Prentice Hall, 1965, pp. 114115, e in A Systems Analysis of Political Life, New York, Wiley, 1965, pp. 55–56.Google Scholar
20 Denisov, A., Sovetskoe gosudarstvennoe pravo, Mosca, 1947, pp. 191192.Google Scholar
21 ≪ Pravda ≫, 9 dicembre 1967.Google Scholar
22 Va osservato a tale proposito come i mezzi di comunicazione di massa comincino un'intensa campagna propagandistica già alcuni mesi prima che si tengano le elezioni, cosa che parrebbe strana in un sistema come quello sovietico che non possiede certo un meccanismo elettorale altamente competitivo; il fatto diviene però ben comprensibile quando si pensa alle funzioni svolte dai processi elettorali.Google Scholar
23 È ad esempio a mia conoscenza un solo caso di revoca a livello di Soviet Supremo dell'URSS. Si tratta del caso di R. S. Guseinov, eletto nel Distretto elettorale di Negram, n. 515, Repubblica autonoma di Nakhichevan. I motivi non sono stati resi noti (≪ Vedomosti Verkhovnovo Soveta SSSR ≫, 28 ottobre 1964). Per quanto concerne i soviet dal livello di oblast (provincia) in giú (i cui deputati sono poco piú di due milioni), pare che i casi di revoca siano un paio di centinaia per ogni biennio (tale è la durata del mandato).Google Scholar
24 ≪ Le speranze fatte sorgere dalla regolazione regionale dei salari… sono state in larga misura ingiustificate ≫. Milner, G., ≪ Planovoe khoziaistvo ≫, 1966, n. 4, tr. inglese, Raise the Territorial Planning of the Population's Living Standards to a New Level , in Yanovitch, M., (ed.), Contemporary Soviet Economics, White Plains, IASP, 1969, vol. II.Google Scholar
25 Si vedano ad esempio il noto saggio di Zakharov, A. D., Progresso, coesistenza e libertà individuale (tr. it.), Milano, Etas Kompass, 1968, nonché quelli ad esso relativi contenuti in Dissenso e contestazione nell'Unione Sovietica, a cura di Robi Ronza, Milano, Istituto di propaganda libraria, 1970, pp. 83–118; si noti che tali dissidenti sovietici, di orientamento comunemente detto ≪ liberal-democratico ≫, non tanto rilevano, quanto piuttosto denunciano il fenomeno, per evidenti ragioni ideologiche non disgiunte da moralismo.Google Scholar
26 È chiaro che una situazione di assoluta accessibilità alle informazioni non è probabile possa mai manifestarsi in concreto: tuttavia ben diversa è la situazione di sistemi a struttura informativa monocentrica (in cui ad ogni soggetto viene d'autorità assegnata quella e solo quella ben determinata quantità e qualità d'informazione), e quella di sistemi a struttura informativa policentrica, come quelli comunemente detti occidentali.Google Scholar
27 Si vedano sul problema: Nemchinov, V. S., Ekonomiko-matema-ticheskie metody i modeli, Mosca, 1963; Modin, A., Developing Inter-branch Balances for Economic Simulation, in ≪ Economics of Planning ≫, III (1963); Hardt, J. P., Choices facing the Soviet Planner, in ≪ Soviet Affairs ≫, n. 4 (1966), pp. 37–38; Kantorovich, L., Optimal Mathematical Models in Planning the Development of a Branch and in Technical Policy, in ≪ Voprosy Ekonomiki ≫, n. 10 (1967), tr. ingl. in ≪ Problems of Economics ≫, XI (1968); Kozlova, O., The Economic Model - The Basis of an Automatic Control System, in ≪ Voprosy Ekonomiki ≫, n. 1 (1970), tr. ingl. in ≪ Problems of Economics ≫, XIII (1970); Novozhilov, V. V., Développement de la théorie de la planification optimale dans sa phase moderne, in ≪ Voprosy Ekonomiki ≫, n. 10 (1970), tr. fr. in ≪ Economies et sociétés ≫, VI (1972). Per un commento generale, di parte occidentale, si veda: Gicquiau, H., L'informatique en URSS, in ≪ Le courrier des pays de l'est ≫, gennaio 1969, n. 113.Google Scholar