Published online by Cambridge University Press: 17 July 2018
Pochi Stati sono Stati nazionali, e gran parte delle nazioni non sono destinate a raggiungere la condizione di Stato sovrano. Una trasformazione delle società plurinazionali in Stati nazionali «monocromatici» come quelli esistenti in passato è impossibile nel contesto di istituzioni liberaldemocratiche. La maggioranza delle cosiddette «nuove nazioni» sono in realtà Stati multinazionali o quantomeno multiculturali. Non solo i cittadini risiedono geograficamente in ambiti frammisti; le loro famiglie hanno un background eterogeneo e, dato non meno e forse più importante, hanno identità duali. Le istituzioni e i processi democratici devono riconoscere queste situazioni di fatto, questo tipo di pluralismo. In che misura, in uno Stato democratico, il pluralismo deve essere basato sulla rappresentanza e sui diritti di gruppo oppure sui diritti individuali? In che misura particolari soluzioni istituzionali rischiano di condurre ad un conflitto tra questi due principii ed approcci nel contesto della politica democratica? In che modo sarà protetta la libertà degli individui di scegliere la propria identità senza vedersi imporre identità inclusive? Questi sono problemi teorici e pratici sia per le democrazie contemporanee, sia per i paesi avviati verso la democrazia. Come potranno, gli Stati democratici multinazionali, guadagnarsi una legittimità sufficiente a rendere i processi decisionali democratici possibili e compatibili con il pluralismo nazionale e culturale? In particolare, come si potrà, in società di questo genere, rendere compatibile il federalismo con i diritti delle minoranze all'interno di unità territoriali, se in queste unità esistono maggioranze «nazionali»? Se non diamo soluzione a questi interrogativi, rischiamo di riprodurre in scala ridotta i problemi creati dai fondatori degli Stati nazionali in società multinazionali. Quali forme può assumere il pluralismo nazionale e culturale nelle società democratiche, e qual è il ruolo che le istituzioni e i processi democratici possono svolgere per rendere compatibili il pluralismo e la libertà individuale? Questi sono alcuni dei quesiti che dobbiamo sollevare e a cui dobbiamo dare risposta.
Few States are nation states and most nations will not attain statehood. The transforming of multinational societies into monochromatic nation states like in the past is not possible within liberal democratic institutions. Most so-called new nations are in reality multinational or at least multicultural States. People not only live intermingled geographically, families are of mixed background, and what is equally if not more important, have dual identities. Democratic institutions and processes have to recognize these facts. Plebiscitarianism derived from the principle of self-determination often is likely to contribute to destroy this type of pluralism. To what extent pluralism in a democratic State is to be one based on group representation and rights or on the rights of individuals? To what extent will particular institutional solutions lead to conflict between those two principles and approaches in the context of democratic politics? How will the freedom of individuals to choose their identity without imposing inclusive identities be protected? These are both theoretical and practical problems in contemporary democracies and would be democracies. How will multinational democratic States gain sufficient legitimacy to make democratic decision making possible and compatible with national and cultural pluralism? In particular, how will federalism in such societies be made compatible with the rights of minorities within territorial units with «national» majorities in those units? What forms can national and cultural pluralism take in democratic societies and what is the role of democratic institutions and processes in making pluralism and individual freedom compatible? These are some of the questions raised and discussed in the article.