Hostname: page-component-586b7cd67f-dsjbd Total loading time: 0 Render date: 2024-12-01T00:32:31.675Z Has data issue: false hasContentIssue false

SOCIOLOGIA E SCIENZA POLITICA IN GAETANO MOSCA

Published online by Cambridge University Press:  14 June 2016

Get access

Introduzione

II problema del potere e delle élites politiche costituisce certamente uno dei nodi piú complessi della sociologia e della scienza politica. Al centro dell'interesse del sociologo e del politologo sono tuttora domande di questo tipo: E inevitabile il formarsi di un'oligarchia al vertice delle organizzazioni di grandi dimensioni? Ci sono differenze specifiche tra le leggi che regolano le tendenze oligarchiche e quelle democratiche nel sistema sociale e nel sistema politico? E soprattutto: nei sistemi democratici esiste una élite del potere, e con quale fenomenologia, e a quali condizioni?

Per di piú, sui problemi delle élites politiche si è verificato un apparente « rovesciamento di fronte », che contribuisce a confondere ulteriormente il panorama. La teoria che postula l'esistenza del fenomeno elitista come struttura costante della società in generale — e delle società politiche in particolare — nasce storicamente con un’impronta conservatrice. Mosca, liberale comunemente considerato conservatore, è influenzato, nella redazione della giovanile Teorica, dal Taine; la sociologia delle élites è, per Pareto, il momento di passaggio dal liberalismo del Cours all’estrema destra e all’adesione al fascismo; del pari la scoperta della legge ferrea dell’oligarchia è certamente il displuvio del passaggio di Michels dal socialismo al fascismo.

Le teorie elitiste nascono dunque, storicamente, da una matrice intellettuale e politica conservatrice, e si propongono una critica « da destra » dei regimi liberaldemocratici e dell’ideologia rousseauiana. In un secondo momento, depurato da certi contenuti non funzionali logicamente allo stesso sviluppo della teoria empirica, l’élitismo diventa un presupposto, espresso o sotteso, del pluralismo: delle teorie, cioè, le quali sostengono che le liberaldemocrazie, o poliarchie, costituiscono il sistema ottimale per la difesa delle libertà e per il piú generale sviluppo politico. Tanto per tenerci al filone liberale, possiamo partire dagli italiani Burzio e Dorso, e arrivare alla sistemazione neo-élitista di Ralf Dahrendorf, di Dahl e di Sartori.

Type
SAGGI
Copyright
Copyright © Società Italiana di Scienza Politica 

Access options

Get access to the full version of this content by using one of the access options below. (Log in options will check for institutional or personal access. Content may require purchase if you do not have access.)

References

1 La piú recente antologia in italiano è: Potere ed élites politiche, a cura di Stefano Passigli, Bologna, Il Mulino, 1971.Google Scholar

2 Cfr., in particolare: Bobbio, Norberto, Saggi sulla scienza politica in Italia, Bari, Laterza, 1969; Meisel, James H., The Myth of the Ruling Class: Gaetano Mosca and the « élite », Ann Arbor, University of Michigan Press, 1958; Piane, Mario Delle, Gaetano Mosca. Classe politica e liberalismo, Napoli, Edizioni scientifiche italiane, 1952; Stuart Hughes, H., Consciousness and Society, New York, Alfred A. Knopf, 1958; tr. it., Coscienza e societé. Storia delle idee in Europa dal 1890 al 1930, Torino, Einaudi, 1967, cap. VII, pp. 244–271.Google Scholar

3 Sul liberalismo di Mosca, vedi: Piane, Mario Delle, Liberalismo e parlamentarismo, Citté di Castello-Bari, 1946, cap. I; Alessandro Passerin D'Entrèves, Gaetano Mosca e la liberté , in « Il Politico », XXIV (1959), pp. 579593, ora in Obbedienza e resistenza in una societé democratica, Milano, Comunité, 1970, pp. 143–164.Google Scholar

4 A proposito del rapporto tra teorie sociologiche e posizioni politiche di Pareto, cfr. le mie Note sulla scienza politica in Italia. A proposito di un libro di N. Bobbio , in « Rivista Internazionale di Filosofia del Diritto », XLVII (1970), pp. 132141.Google Scholar

5 Burzio, Filippo, Essenza ed attualité del liberalismo, Torino, Utet, 1945; Dorso, Guido, Dittatura, classe politica e classe dirigente, Torino, Einaudi, 1949. Su Burzio e Dorso, cfr. il cap. IX, Democrazia ed élites, pp. 219-239 dei Saggi sulla scienza politica in Italia, di Bobbio (d'ora in poi, citati come Saggi).Google Scholar

6 Dahrendorf, Ralf, Soziale Klassen und Klassenkonflict in der industriellen Gesellschaft, Stuttgart, Ferdinand Enke Verlag, 1957, tr. it., Classi e conflitto di classe nella societé industriale, Bari, Laterza, 1963. Sulla « ascendenza » moschiana e paretiana della teoria di Dahrendorf, cfr. p. 308 e passim. Le mie citazioni si riferiscono all'edizione Laterza del 1970.Google Scholar

7 Sartori, Giovanni, Democrazia e definizioni, Bologna, Il Mulino, 1957; Dahl, Robert A., A Preface to Democratic Theory, Chicago, University of Chicago Press, 1956.Google Scholar

8 Wright Mills, C., The Power Elite, New York, Oxford University Press, 1956, tr. it., L'élite del potere, Milano, Feltrinelli, 1959.Google Scholar

9 Lynd, Robert S. e Lynd, Helen Merrel, Middletown, New York, Harcourt Brace, 1929; Middletown in Transition, New York, Harcourt Brace, 1937; Hunter, Floyd, Community Power Structure, Chapel Hill, University of North Carolina Press, 1953.Google Scholar

10 Tesi centrale dei Saggi del Bobbio, tanto per fare un nome tra i piú autorevoli.Google Scholar

11 Cfr. in proposito Sartori, , Questioni di metodo in scienza politica, Université di Firenze, Corso Accademico 1958-59; e Per una definizione della scienza politica, in Antologia di scienza politica, Bologna, Il Mulino, 1971, pp. 1128.Google Scholar

12 In realté non esistono teorie empiriche egualitarie. Infatti, non esiste nessuna societé politicamente organizzata nella quale (a) siano spariti i rapporti di potere, comando e autorité, (b) essi siano distribuiti in maniera eguale; l'unica misura di una simile societé essendo la intercambiabilité effettiva dei ruoli sociali e politici. Poiché, sino a prova contraria, non esistono societé politicamente rilevanti funzionanti sul modello anarchico o leninista, ritengo che sul piano empirico l'unica dicotomia rilevabile e rilevante sia quella di élitismo-pluralismo.Google Scholar

13 Sulla distinzione tra sociologia e scienza politica, cfr. Sartori, , Alla ricerca della sociologia politica , in « Rassegna Italiana di Sociologia », IX (1968), pp. 597639; e Per una definizione della scienza politica, cit.Google Scholar

14 A meno che non si voglia considerare « scienza politica » anche quella di Machiavelli; mentre con Machiavelli, nasce certamente l'autonomia della politica come oggetto d'indagine: quindi, soltanto uno dei presupposti della scienza politica nel senso moderno. Perché si abbia « scienza politica », mi pare, debbono incontrarsi due elementi: scienza e politica, appunto. In Machiavelli c'è certo la politica, ma la scienza è difficile da trovare. Mi pare quindi forzata la definizione di Machiavelli come politologo, che ha dato Matteucci. Piú moderata la tesi di Mongardini, che tuttavia rischia di alimentare la confusione terminologica esistente. Cfr. Matteucci, Nicola, Nicolò Machiavelli politologo , in « Rassegna Italiana di Sociologia », XI (1970), pp. 169206. Matteucci sostiene che la tipologia delle forme di governo di Machiavelli anticipa quella di Montesquieu: ma quest'ultima mi pare appunto che corrisponda allo stadio del costituzionalismo, che è ben indietro, rispetto alla problematica della scienza politica moderna. Carlo Mongardini, Machiavelli e la scienza politica, in L'epoca della societé, Roma, Bulzoni, 1970, pp. 133-155, ammette che « all'importanza dell'impostazione metodologica non fa però riscontro in Machiavelli la ricchezza dei risultati » (p. 149). Osservazione puntuale, che dovrebbe però indurre a restringere la denotazione del termine scienza politica al di qua dello spartiacque cronologico che separa la filosofia politica dalle scienze sociali. Mi pare che questo spartiacque coincida con la « scoperta della societé »; con quell'epoca della societé cui appunto Mongardini intitola i suoi saggi. Penso che sia difficile parlare di scienza nel campo dello studio della politica, prima dei tre volumi del Système Industriel di Saint-Simon, apparsi nel 1820-1822.Google Scholar

15 Holt, Robert T. e Turner, John E., (eds.), The Methodology of Comparative Research, New York, Free Press, 1970, pp. 120.Google Scholar

16 Mosca, , Teorica dei governi e governo parlamentare, Torino, Loescher, 1884 (nuova ediz. a cura di Rodolfo Di Mattei, Milano, Giuffrè, 1968); ed Elementi di scienza politica, Milano, Bocca, 1896 (5a ediz., Bari, Laterza, 1953. Le future citazioni si riferiscono a questa edizione).Google Scholar

17 Cavalli, Luciano, Il mutamento sociale, Bologna, Il Mulino, 1970, p. 269.Google Scholar

18 Elementi, I, p. 9.Google Scholar

19 Elementi, pp. 910. Il corsivo è mio.Google Scholar

20 Eisermann, Gottfried, V. Pareto als Wissensoziologie , in « Kiklos », 1962, No. 2. Nello stesso senso anche Mongardini, L'epoca della societé, cit., p. 260.Google Scholar

21 In una nota al paragrafo 2078, all'inizio dell'importantissimo capitolo Forma generale della societé. Pareto, , Trattato di sociologia generale, Milano, Comunité, 1964, vol. II, pp. 550–51.Google Scholar

22 Elementi, I, pp. 1112.Google Scholar

23 E conclude: « Da quanto abbiamo detto si deduce facilmente che non basta per ottenere dei veri risultati scientifici, che sopra un dato ordine di fenomeni, si proceda col sistema dell'osservazione e dell'esperienza. Francesco Bacone si illuse, e forse anche molti pensatori e scrittori nostri contemporanei si fanno illusioni, sulla capacité assoluta che il detto sistema ha nello scoprire la verité scientifica. In verité, perché l'osservazione dei fatti e l'esperienza diano buoni risultati sono necessarie le conclusioni che abbiamo testé accennato; malamente usate o quando il procedimento scientifico è errato conducono a scoperte fallaci ». Elementi, I, p. 13. Pareto, dal canto suo, cosí descrive le difficolté del metodo empirico: « Lo studio logico-sperimentale pone solo in relazione fatti con fatti. Se ciò fa direttamente, descrivendo solo i fatti che si osservano insieme, si ha il puro empirismo. Esso può servire a scoprire uniformité se, coll'osservazione o coll'esperienza, si riesce a separare due sole categorie di fatti che si pongono per tal modo in relazione; ma tostoché le categorie sono molte e gli effetti si intrecciano, riesce ben difficile e spesso impossibile il trovare uniformité col solo empirismo. Occorre in qualche modo disfare la treccia cosí costituita. Tale opera si può in certi casi compiere materialmente coll'esperienza; in altri casi, l'esperienza non è possibile, oppure non è tale da sciogliere la treccia, ed allora occorre provare e riprovare varie ipotesi di astrazioni che valgono a sciogliere idealmente ciò che non si può sciogliere materialmente, e tra le quali si accoglieré solo quella che daré risultamenti d'accordo coll'osservazione. Il modo col quale si è trovato tale ipotesi può anche essere assurdo, preme poco o niente, poiché non dal modo col quale è stata trovata ma dalle verifiche susseguenti essa ritrae ogni valore ». Cfr. Trattato di sociologia generale, cit., paragrafo 2397, p. 284.Google Scholar

24 Elementi, I, p. 14.Google Scholar

25 Elementi, I, p. 64.Google Scholar

26 Dice bene il Bobbio: « adoperare il metodo storico voleva dire (per Mosca), molto semplicemente, costruire la scienza politica sull'osservazione dei fatti e non dedurla da principi aprioristici. Il metodo storico nella scienza politica era, né piú né meno, il corrispondente del metodo sperimentale nelle scienze naturali ». Cfr. Bobbio, , Saggi, cit., p. 180.Google Scholar

27 Elementi, I, p. 65.Google Scholar

28 Elementi, I, p. 66.Google Scholar

29 Elementi, I, p. 78.Google Scholar

30 Teorica dei governi e del governo parlamentare, cit., ed. del 1968, p. 28.Google Scholar

31 Elementi, I, p. 83.Google Scholar

32 Elementi, I, p. 214.Google Scholar

33 Cavalli, , Il mutamento sociale, cit., p. 298.Google Scholar

34 Parsons, Talcott, The Distribution of Power in American Society , in « World Politics », X (1957), pp. 123142, e spec. p. 139.Google Scholar

35 Dahl, , A Preface to Democratic Theory, cit.; Sartori, , Democrazia e definizioni, cit., 19693 , pp. 91105.Google Scholar

36 Elementi, I, p. 108.Google Scholar

37 Elementi, I, p. 111.Google Scholar

38 Mosca, , sintetizzato il processo di formazione storica dei tipi sociali, conclude che « una volta questo (tipo sociale) formato, si ha… quasi un crogiuolo, che imprime uno stampo comune a tutti gli individui che entrano in esso. Si chiami suggestione, mimetismo o semplicemente educazione, avviene allora quel fenomeno per il quale l'uomo sente, crede, ama ed odia, secondo l'ambiente nel quale vive: per il quale si è cristiani od ebrei, maomettani o buddisti, francesi o italiani », ecc. Elementi, I, pp. 112113.Google Scholar

39 Elementi, I, p. 134.Google Scholar

40 Elementi, I, p. 136.Google Scholar

41 Elementi, I, p. 138.Google Scholar

42 Elementi, I, pp. 139144.Google Scholar

43 Elementi, I, p. 139.Google Scholar

44 Elementi, I, pp. 145155.Google Scholar

45 Bendix, Reinhard e Lipset, Seymour M., Political Sociology. An Essay and Bibliography , in « Current Sociology », VI (1957), p. 87.Google Scholar

46 Smelser, Neil J., Sociology and the Other Social Sciences , in Lazarsfeld, Paul F. et al., The Uses of Sociology, New York, Basic Books, 1967, p. 5.Google Scholar

47 Sartori, , Alla ricerca della sociologia politica, cit., p. 600.Google Scholar

48 Elementi, I, p. 165.Google Scholar

49 Ibidem, p. 173.Google Scholar

50 Ibidem, pp. 173174.Google Scholar

51 Ibidem, p. 180.Google Scholar

52 Ibidem, p. 181.Google Scholar

53 Ibidem, p. 182.Google Scholar

54 Ibidem, p. 187.Google Scholar

55 Ibidem, pp. 175176.Google Scholar

56 Ibidem, p. 188.Google Scholar

57 Da ultimo, Paolo Frascani, Gaetano Mosca e il mito della middle class , in « Critica storica », VIII (1969), pp. 78108.Google Scholar

58 Elementi, p. 189.Google Scholar

59 In merito, rinvio ai miei Il liberalismo di Gaetano Mosca tra ideologia e scienza politica , in « Biblioteca della liberté », VII (1970), n. 27, pp. 5568; e Gaetano Mosca e la classe politica nell'eté giolittiana, introduzione a Il tramonto dello Stato liberale, Catania-Firenze, Bonanno, 1971, pp. 19-62.Google Scholar

60 Secondo l'espressione di Meisel, , in Pareto and Mosca, Englewood Cliffs, Prentice-Hall, 1965, p. 3.Google Scholar

61 Bobbio, , Introduzione a La classe politica, cit., p. XXVIII.Google Scholar

62 Ibidem: « Il voto era per Mosca non un diritto, tanto meno un diritto naturale o innato, ma una funzione: come tale doveva essere attribuito solo a chi ne aveva le capacité ».Google Scholar

63 Bobbio, , Saggi, cit., p. 218.Google Scholar

64 Ora raccolta ne Il tramonto dello Stato liberale, cit. Google Scholar

65 Guardando avanti, sul « Corriere della Sera » del 7-8-1901 ripubblicato a pp. 165-171 de Il tramonto dello Stato liberale (d'ora in poi citato come Il tramonto).Google Scholar

66 Un nuovo libro su Napoli, 14-8-1903, ne Il tramonto , pp. 328334.Google Scholar

67 Pasquale Villari e l'avvenire industriale di Napoli, 14-1-1904, ne Il tramonto, pp. 335340.Google Scholar

68 Un pericolo per l'avvenire, 5-12-1904, ne Il tramonto , pp. 186191.Google Scholar

69 E rimando a dieci articoli sui sindacati che ho raccolti nella parte seconda de Il tramonto dello Stato liberale, cit., pp. 165230; in particolare: Guardando avanti, p. 165; La legislazione del lavoro, p. 172; I capisaldi della situazione, p. 179; Un pericolo per l'avvenire, p. 186; Ferrovieri e Stato, p. 192; Feudalesimo funzionale, p. 198; Lo Stato e le associazioni dei pubblici impiegati, p. 204; Il pericolo dello Stato moderno, p. 210; Parlamento e sindacalismo, p. 218; Lo Stato e i sindacati professionali, p. 224.Google Scholar

70 Michels, Roberto, Zur Soziologie des Parteiwesens in der modernen Demokratie. Tendenzen des Gruppenslebens, Leipzig, Dr. Werner Klinkhardt, Philosophisch-soziologische Bucherei, Band XXI, 1911; tr. it., La sociologia del partito politico, Bologna, Il Mulino, 1966. Le mie citazioni si riferiscono a questa edizione. Per una analisi critica della genesi e dello sviluppo del pensiero michelsiano, cfr. Juan Linz, Michels e il suo contributo alla sociologia politica, introduzione all'edizione italiana del 1966, pp. VII-CXIII, e la bibliografia ivi contenuta.Google Scholar

71 Michels, , La sociologia del partito politico, cit., p. 55.Google Scholar

72 Ibidem, pp. 5657. Sartori ha precisato che la legge veramente « ferrea » delle grandi organizzazioni è quella della burocratizzazione (descritta da Weber), piuttosto che quella dell'oligarchia (descritta da Michels), e ha rivolto diverse critiche alla struttura logica della tesi michelsiana. Cfr. Sartori, Democrazia, burocrazia e oligarchia nei partiti, in « Rassegna Italiana di Sociologia », I (1960), pp. 119-136. Sartori conclude, tuttavia: « Il piú delle volte accade che una tesi risulti logicamente ben ragionata, ma praticamente sbagliata. Nel caso di Michels accade semmai l'opposto. Se in sede euristica la sua tesi risulta troppo sommaria, alla prova dei fatti la sua previsione risulta invece anche troppo esatta » (p. 123).Google Scholar

73 Mosca, , recensione a La sociologia del partito politico, ora in Partiti e sindacati nella crisi del regime parlamentare, Bari, Laterza, 1949, pp. 2636. La citazione è da p. 33.Google Scholar

74 Burzio, , Essenza e attualité del liberalismo, Torino, Utet, 1945. Burzio distingue le élites che detengono, monisticamente, tutto il potere, e le élites che concorrono tra di loro. Definisce questa dicotomia come quella delle « élites che si propongono » e delle « élites che si impongono » (p. 19).Google Scholar

75 Dorso, , in Dittatura, classe politica e classe dirigente, cit., insiste sul ruolo dei partiti, nei quali si articola la classe politica dei sistemi poliarchici. I partiti moderni sono canali di reclutamento e di socializzazione politica, e per loro tramite si forma la classe politica. In quanto tali, sono « strumenti razionali per il ricambio tra classe diretta da una parte e classe politica dall'altra » (p. 180). Maurice Duverger, Les partis politiques, Paris, Colin, 1951, tr. it., I partiti politici, Milano, Comunité, 1961, pp. 487-493. Sartori, Democrazia e definizioni, cit., e Democrazia, burocrazia e oligarchia nei partiti, cit.Google Scholar

76 Ungari, Paolo, Alfredo Rocco e l'ideologia giuridica del Fascismo, Brescia, Morcelliana, 1963, in particolare il Cap. II, Ordine giolittiano e ordine nuovo , pp. 2331. Cfr. pp. 101-102, per le repliche di Rocco a Gaetano Mosca e agli altri critici del corporativismo.Google Scholar

77 Parlamento e sindacalismo, 27-1-1924, a pp. 218223 ne Il tramonto, cit. Google Scholar

78 Elementi, I, p. 92.Google Scholar