Published online by Cambridge University Press: 11 October 2011
Objective — To describe requests of admissions to eight General Hospital Psychiatric Wards (SPDC) in Lombardy, Italy, during November 1995. Design — Descriptive prospective multicenter study. Setting — SPDCs of Busto Arsizio (VA), Calcinate (BG), Desio (MI), Magenta (MI), Merate (LC), Milano San Paolo I, Pavia, Treviglio (BG). The global catchment area sums up to 11% of the whole regional area, and to 18% of the population. Main outcome measures — We used a previously developed flowchart with two major key points: who decided to go to the hospital? Did a doctor confirm this initiative? Main sociodemographic characteristics, ICD10 diagnosis and previous psychiatric admissions were collected for each admission. Results — Admissions were 315, patients 246. In 9.5% of cases patients asked for admission without any medical advice. In one third of cases the ward psychiatrist was the first doctor to visit the patient. Compulsive admissions (TSO) were 45 (14.3%), although patient's initiative lacked in 55.6% of cases. A referral from Outpatient Departments (CPS) was present in 28.2%. First-ever admitted were 63 (25.6%): 20.7% sent by CPS, 16% by GPs, 11% by other non psychiatric wards. Conclusions — Although Goldberg & Huxley's model described General Hospital Psychiatric Wards as the last level of intervention, our data show that Italian SPDCs work as «front line» services: less than one admission out of two were referred by a psychiatrist. Problems raised by «self-referred» patients are conspicuous and an evaluation of the filtering function of CPSs seems necessary. In this regard, a comparison with different modalities of Department organization could be useful.
Scopo — Descrivere il tipo di richiesta di ricovero pervenuta e accolta in otto Servizi Psichiatrici di Diagnosi e Cura (SPDC) della Regione Lombardia nell'arco del mese di Novembre 1995. Disegno — Studio descrittivo multicentrico prospettico. Setting — Hanno collaborate gli SPDC di Busto Arsizio (VA), Calcinate (BG), Desio (MI), Magenta (MI), Merate (LC), Milano San Paolo I, Pavia, Treviglio (BG). Il bacino di utenza di tali Servizi è pari all'11% del territorio regionale; la popolazione che afferisce agli stessi è pari al 18% di quella dell'intera regione. Tutti i reparti partecipanti hanno équipes autonome rispetto agli ambulatori di zona (Centri PsicoSociali, CPS), per quanto integrate con questi. Principali misure utilizzate — è stato utilizzato un diagramma di flusso che si basa su due nodi decisionali: chi ha preso l'iniziativa di andare in ospedale e se tale iniziativa è stata avallata da un medico. Per ogni paziente sono state raccolte le principali variabili sociodemografiche, la diagnosi ICD10 di dimissione, la presenza di precedenti ricoveri psichiatrici. Risultati — I ricoveri sono stati 315 (246 i pazienti). Nel 9.5% dei casi il paziente si è presentato in reparto di propria iniziativa, senza aver consultato nessun sanitario in precedenza. In quasi un terzo dei casi lo psichiatra del SPDC è stato il primo medico a dare un giudizio clinico sul paziente. Nel 55.6% dei casi l'iniziativa di recarsi in ospedale non è stata presa dal paziente, anche se il ricovero obbligatorio si è reso necessario nel 14.3% dei casi. I CPS hanno richiesto il 28.2% dei ricoveri. I primi ricoveri in assoluto in ambiente psichiatrico sono stati 63 (25.6%): 20.7% inviati dal CPS, 16% dai medici di base, 11% da reparti ospedalieri medico-chirurgici. Conclusioni — L'immagine che si può ricavare da questi dati è quella di reparti che, pur essendo specialistici, funzionano come servizi di primo livello: un invio da parte di uno psichiatra (pubblico o privato) si è verificato in meno di metà dei casi. Restano cospicui i problemi sollevati dai pazienti che si «autoprescrivono» un ricovero e dalla valutazione della funzione di «filtro» operata dalle strutture ambulatoriali, che appare, in particolare per quanto riguarda i primi ricoveri, in situazione di difficolta. La comparazione con altri tipi di organizzazione tra ambulatori e reparti sembra necessaria per sviluppare nuove modalita di intervento.